Riflessioni

Giordano Bruno 1548 1600

Nell’angusto, buio e lungo corridoio delle carceri di Castel Sant’Angelo, si odono passi che segnano l’avvicinarsi di ospiti ai condannati prossimi all’esecuzione. 

Con un forte rumore di chiavi si apre la pesante porta della cella ove è rinchiuso il condannato al rogo: Giordano Bruno; è lì, steso su un rude pagliericcio, mentre i suoi occhi lucidi, fermi e sereni si illuminano di gioia e di tenerezza alla vista dell’ospite.

«Sagredo, mio giovane amico!» esclama il grande filosofo. I due si abbracciano; il guardiano esce in silenzio, richiudendo dietro di sé la porta della nuda e umida cella.
 «Corri gravi rischi, figliolo. L’inquisizione non ha simpatia per chi ha simpatia per gli eretici.»
«Maestro, non potevo non salutarvi.» Il giovane nasconde a stento l’emozione di trovarsi di fronte al grande saggio, ormai prossimo all’esecuzione della feroce sentenza.
«Sei un uomo ormai e il tuo coraggio comunque ti premierà.»
«Ho chiesto un permesso speciale al cardinale Bellarmino. Si è dimostrato disponibile… Forse qualcosa sta cambiando…»
«Si, sta cambiando» conferma Bruno «anche grazie alla mia morte: la storia di questo mondo è segnata più dalla morte che dalla Vita. La morte suscita paura, inquietudine, domande, tanto più se è illustre. Ciò mi rende sereno, amico mio, so di compiere il mio destino.»
«Maestro, ma non temete il fuoco che brucerà le vostre carni?»
«Si, Sagredo, ho paura; il mio corpo ha paura,»… riflette il «ma io so che non morirò… quando il mio corpo fisico morirà, io sarò lì; vedrò cadere il mio corpo, vedrò i volti trionfanti, attoniti e sgomenti dei miei persecutori…»
Malgrado le parole del maestro, il volto del giovane è triste e «Se io non vi avessi avvertito… dell’arresto di vostra figlia e della vostra amata, voi non sareste tornato a Venezia…» afferma, quasi per rimproverarsi.
«Sarei tornato comunque, prima o poi. Sì, la loro morte fu un segnale per me…» continua Bruno con lo sguardo rivolto verso l’infinito. 
«Quanto teneramente e voluttuosamente ho amato quella donna… L’amore, Sagredo, è la forza più grande della Natura… è Vita, fusione dei corpi degli amanti… 
Avvicinarmi a lei era sentire l’infinita dolcezza di Casa, del vero mondo, la dolce tenerezza che solo una donna intelligente e profonda sa dare e ricevere… Quanta illusione, quanta ignoranza…
L’uomo non è cattivo, Sagredo, è solo infelice… è la sua piccola mente la causa della sua infelicità… Sì, sapevo che erano state prese e anche della loro condanna. La tua è stata solo una triste conferma… 
Quando il mio corpo brucerà, io sarò libero, Sagredo, libero di ricongiungermi a loro, abbracciarle… Non ti crucciare, amico mio… 
Questo era il nostro destino, comune a tutti coloro che cercano la verità, bandita da un mondo che si regge sulla menzogna… 
Verrà un giorno, Sagredo, che l’uomo si risveglierà dall’oblio e finalmente comprenderà chi è veramente e a chi ha ceduto le redini della sua esistenza, a una mente fallace, menzognera, che lo rende e lo tiene schiavo… 
L’uomo non ha limiti e quando un giorno se ne renderà conto, sarà libero anche qui in questo mondo.»
Si volta e guarda il suo allievo quasi raggiante: 
«Lo ha previsto da tempo immemorabile la Vita…»
«Maestro, ma perché questo destino crudele? Chi può aver voluto tutto questo?»
«Io stesso, Sagredo, ben prima di nascere in questa dimensione. La morte ignea del corpo fisico è una purificazione profonda, è il battesimo del fuoco. In tanti abbiamo scelto questa morte, non solo come esempio ad un’umanità ottusa, meschina e crudele, ma anche per adempiere il compito che la Vita ci ha assegnato e che abbiamo accettato di buon grado… per Amore… 
In fondo, anche se in modo inconsapevole, la Chiesa sta compiendo la nostra volontà.»
«Ma allora… il cardinale Bellarmino esegue la nostra volontà?»
«Bellarmino ora esegue la volontà della Chiesa, volta a conservare il potere; esegue però anche la Volontà vera, quella di una morte illustre che lasci traccia nella storia. 
Anche gli uomini di Chiesa sono parte dell’Uno: la mia morte servirà per mostrare il vero potere, quello occulto, che si muove dietro tutte le Chiese e tutti i poteri del mondo. 
In questo mondo illusorio, ove menzogna, bontà ipocrita e paura dominano, una morte illustre è più efficace di un’intera vita. 
Le umane genti la ricordano. L’uomo che infligge morte è colui che più la teme; è un paradosso, ma chi procura la morte, cerca disperatamente di comprenderla, di penetrare la mente di Dio.»
«Bellarmino quindi… anche lui, è alla ricerca di Dio?»
«Certo, anche Bellarmino è un fratello.»
«Maestro, ma perché tutto questo, perché tutta questa sofferenza, queste atrocità, ingiustizie, dolori: fratelli che uccidono loro fratelli! Come può Bellarmino firmare ad animo leggero la sentenza della vostra morte?»
«Non lo ha fatto ad animo leggero, Sagredo. È stata per lui una decisione sofferta e penosa, ma non poteva fare altrimenti; avrebbe dovuto rinunciare all’abito che porta e ai credi che predica. 
Egli non ha coscienza, non sente l’unità dell’infinito universo, non sa che la sua azione di oggi avrà per lui una reazione, in altra sua vita futura; questo vale anche per me e tutti coloro che hanno cercato invano di risvegliare l’umanità dall’inganno. 
La terra è una dura scuola: ogni opera lascia una traccia, perché la giustizia vera esiste, figliuolo, anche se in questo mondo non appare.»«La giustizia vera vuole la vostra morte?» Sagredo è tanto incredulo quanto ammirato della saggezza del suo maestro… 
«La vogliamo noi stessi, Sagredo, non i nostri corpi transeunti, ma i veri Esseri immortali che siamo. 
Che ci piaccia o no, siamo noi la causa di noi stessi. L’Essere non teme la morte, perché sa bene che non esiste. Nascendo in questo mondo, cadiamo nell’illusione dei sensi; crediamo a ciò che appare. Ignoriamo che siamo ciechi e sordi. 
Allora ci assale la paura e dimentichiamo che siamo divini, che possiamo modificare il corso degli eventi, persino lo Zodiaco… 
Siamo figli dell’unico vero sole che illumina i mondi. 
Il dolore e la sofferenza non c’erano all’inizio della storia, ai tempi dell’antico Egitto che conservava ancora memoria delle gloriose e immortali origini. 
Un giorno non lontano, una nuova era giungerà finalmente sulla Terra. La morte non esiste. La miseria, il dolore e le sue tante tragedie, sono il frutto della paura e dell’ignoranza di ciò che è la vera realtà.»
«Ma quanto tempo ancora sarà necessario?»
«Il tempo anche dipende da noi, Sagredo. Il tempo è l’intervallo tra il concepimento di un’idea e la sua manifestazione… 
L’umanità ha concepito il germe dell’utopia e la gestazione procede verso il suo compimento inevitabile: il secolo passato è una tappa importante, che precede la nascita. Gli Esseri divini vegliano sulla gestazione della terra e alcuni nascono qui per aiutare gli umani a comprendere che la trasformazione dipende anche dal loro risveglio.»
«Anche voi, maestro, siete sceso qui per questo scopo?»
«Anch’io Sagredo, ma non sono il solo. C’è un folto gruppo di Esseri che sono scesi più volte nel corso della storia e si riconoscono nel grande Ermete, Socrate, Pitagora, Platone, Empedocle… 
In questo secolo, Leonardo, Michelangelo, Shakespeare, Campanella, nomi noti, ma anche gente umile, semplici guaritrici, molte delle quali finite sul rogo…»
Giordano è commosso al ricordo dei tanti che l’hanno preceduto sulla via del patibolo.
Sagredo è profondamente colpito; è divenuto partecipe di una verità finora a lui sconosciuta. Giordano continua: «È il battesimo del fuoco che serve a trasmutare il corpo fisico e a manifestare i veri Esseri. La loro rivelazione ormai è inevitabile. Non so quando, ma so che in tanti siamo venuti in questo secolo per sviluppare arti e scienze, porre i semi della nuova cultura che fiorirà inattesa, improvvisa, proprio quando il potere si illuderà di aver vinto.»
Rumori di fondo fanno intendere che la visita deve volgere al termine. Il respiro di Sagredo si fa affannoso…
«Maestro, come posso ritrovarvi?»
«Guarda dentro di te, Sagredo, ascolta la tua voce interiore e ricorda che l’unico vero maestro è l’Essere che sussurra al tuo interno. Ascoltala: è la verità ed è dentro di te. Sei divino, non lo dimenticare mai.»
La porta della cella si apre e compare il guardiano; è il volto di un uomo apparentemente duro, ma che ha anche timore reverenziale di quell’uomo di cui si trova ad essere il carceriere. Non pronuncia alcuna parola ed attende con rispetto che il visitatore si allontani.Giordano e Sagredo si alzano e si salutano, entrambi commossi.«Non ci stiamo separando Sagredo, la separazione non esiste. Siamo tutti Uno, in eterno contatto con l’Anima Unica…»

 

 

Itaca

(…) Sempre devi avere in mente Itaca –

raggiungerla sia il pensiero costante.

Soprattutto, non affrettare il viaggio;

fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio

metta piede sull’isola, tu, ricco

dei tesori accumulati per strada

senza aspettarti ricchezze da Itaca.

Itaca ti ha dato il bel viaggio,

senza di lei mai ti saresti messo

sulla strada: che cos’altro ti aspetti?

E se la trovi povera,

non per questo Itaca ti avrà deluso.

Fatto ormai savio,

con tutta la tua esperienza addosso

già tu avrai capito

ciò che Itaca vuole significare.

Konstantinos Kavafis

 

 

‘Non è stato un martello a rendere le rocce così perfette, ma l’acqua

con la sua dolcezza, la sua danza ed il suo suono. Dove la forza può

solo distruggere, la gentilezza può scolpire.’

Rabindranath Tagore

 

‘A ogni male 

ci sono due rimedi:

il tempo ed il silenzio’

Alexandre Dumas

 

‘Fa che il cibo sia la tua medicina e

la medicina sia il 

tuo cibo’

Ippocrate

 

Ho sognato di intervistare Dio.

‘Entra,’ mi ha detto Dio. ‘E cosi’ ti piacerebbe intervistarmi?’
 ‘Se hai tempo,’ ho risposto.
 Dio ha sorriso e mi ha detto:
‘Il mio tempo e’ l ‘eternita’ ed e’ sufficiente per fare qualunque cosa;
che domande hai in mente di pormi?’
 ‘Che cosa ti stupisce di piu’ degli uomini?’
Dio mi ha risposto:
‘Che si stancano di essere bambini,
hanno una gran fretta di crescere,
e poi desiderano tornare bambini.
Che perdono la salute per far soldi
e poi perdono i soldi per recuperare la salute.
Che pensando ansiosamente al futuro
si dimenticano il presente,
e cosi’ non vivono ne’ per il presente ne’ per il futuro.
Che vivono come se non dovessero mai morire,
e muoiono come se non avessero mai vissuto …’
Le mani di Dio hanno preso le mie e per qualche istante siamo rimasti in silenzio.
Poi ho chiesto …
‘Come padre, quali sono alcune lezioni di vita
che vuoi che i tuoi figli imparino?’
 Sorridendo, Dio mi ha risposto:
‘Che imparino che non possono costringere qualcuno ad amarli.
Quello che possono fare e’ lasciarsi amare.
Che imparino che il valore inestimabile
non e’ nelle cose che hanno nella vita,
ma nelle persone che hanno nella vita.

Che imparino che non e’ bene paragonarsi agli altri.
Ognuno sara’ giudicato individualmente secondo i propri meriti,
non in confronto ad un gruppo.
Che imparino che il ricco non e’ chi da’ di piu’,
ma chi ha bisogno di meno.
Che imparino che bastano pochi secondi
per aprire ferite profonde nelle persone che amiamo,
mentre servono molti anni per guarirle.
Che imparino a perdonare praticando il perdono.
Che imparino che ci sono persone che li amano teneramente,
semplicemente non sanno come esprimere o mostrare i loro sentimenti.
Che imparino che il denaro puo’ comprare tutto tranne la felicita’.
Che imparino che due persone possono guardare la stessa cosa
e vederla in due modi totalmente diversi.
Che imparino che il vero amico e’ chi
sa tutto di loro… e li apprezza comunque.
Che imparino che non sempre basta
essere perdonati dagli altri,
ma che si deve perdonare se stessi.’
Sono rimasto li’ seduto per un po’, godendo quel momento.
L’ ho ringraziato per il Suo tempo
e per tutto quello che ha fatto per me e per la mia famiglia.
Mi ha risposto:
‘Quando vuoi. Sono qui ventiquattro ore al giorno.
Tutto quello che devi fare e’ chiedere di me e io rispondero’.
Le persone dimenticheranno quello che hai detto.
Le persone dimenticheranno quello che hai fatto,
ma le persone non dimenticheranno mai come le hai fatte sentire.

Anonimo

 

‘Non c’è rumore nel mondo.
Non c’è pace sull’Himalaya!
Entrambi sono dentro di te.’

Paramhamsa Satyananda

‘Mai smettere di ricordare,
ammirare e riconoscere
l’importanza degli altri.
Questo purificherà la tua mente.’

Paramhamsa Satyananda
Da ‘Le Perle di Satyam’ ed. Centro Yoga Satyam, Seregno MB


 

Un brano tratto dalla Rivista YOGA
Periodico Bimestrale edito dal Centro Yoga Satyam

potete richiederne una copia Omaggio!La rivista YOGA costituisce un interessante strumento per estendere ed approfondire le proprie conoscenze sull’essere umano, sulle pratiche di yoga e sui temi della spiritualità. Con l’adesione alla rivista, tradotta dall’originale inglese di Sivananda Math e diffusa in esclusiva, puoi collaborare al sostegno dell’attività di questa istituzione caritatevole che opera in Bihar, India: per saperne di più, richiedine una copia omaggio, oppure visita le pagine “Attività-Editoria” e “Yoga-Sivananda Math”
Armonizzare Testa, Cuore e Mani
Swami Niranjanananda SaraswatiCos’è la spiritualità e qual è il ruolo della spiritualità nella nostra vita? Per molte persone, la spiritualità può prendere la forma della meditazione, la forma della preghiera o la forma di una fede. Ma qual è il significato della spiritualità nel suo vero senso? Sappiamo che gli esseri umani funzionano su tre livelli: a livello della testa o intelletto, a livello del cuore o sentimento, e a livello delle mani o dell’azione. La vera spiritualità si manifesta quando la testa, il cuore e le mani sono in armonia tra loro.
Il processo dello yoga, dal livello fisico e morale alla meditazione e samadhi, è essenzialmente quello di armonizzare la testa. Gli yama e niyama permettono di comprendere il bisogno di coltivare qualità positive allo scopo di intensificare ed accrescere la bellezza della vita. Asana e pranayama forniscono la salute fisica e il benessere. Pratyahara e dharana forniscono la capacità di fermare il cicaleccio mentale. Dhyana e samadhi creano il legame per collegarsi all’energia e allo spirito che sono inerenti e vibranti interiormente. Questo intero processo dello yoga si occupa della gestione della testa, della mente.
Tuttavia, ci sono altri aspetti della spiritualità che devono essere risvegliati e sviluppati. Si deve aprire il cuore ed armonizzare le proprie azioni. La purificazione dei sentimenti e delle emozioni, l’espressione di amore e compassione che non siano centrati su se stessi, egocentrici ed egoisti; e la purificazione e l’armonia nell’atto di adempiere ai propri doveri, al proprio dharma – queste sono le altre componenti della spiritualità. Come possiamo risvegliare queste facoltà? Come possiamo alimentare le qualità del cuore e delle mani? Questa è la formazione degli altri yoga.
Bhakti Yoga
Bhakti yoga, che Paramahamsaji ha enfatizzato fin da quando ha lasciato l’ashram, è uno yoga importante. Bhakti non significa devozione, bhakti non significa un sistema di fede, bhakti non significa un rituale. Piuttosto bhakti significa dirigere ed incanalare le espressioni del cuore da uno stato d’essere egocentrico, orientato su se stesso, egoistico verso uno stato di vita altruistico ed espansivo. Questo è un insegnamento che ci richiederà molti anni per essere compreso. Tendiamo a credere al nostro condizionamento e a rifiutare qualsiasi cosa non faccia parte di quel condizionamento. Pensiamo che non sia possibile o non pertinente o non appropriato per noi in questo momento, ciò che è estraneo ai nostri concetti, agli ideali, alla cultura e alla religione. Si creano molte barriere quando si arriva alla corretta comprensione ed applicazione di bhakti, poiché bhakti non corrisponde ad alcun compartimento intellettuale.
Queste tre dimensioni di testa, cuore e mani devono essere armonizzate per sperimentare la vera spiritualità. La fede è un processo intellettuale, la comprensione è un processo intellettuale, ma non tutto può essere compreso attraverso l’intelletto. Quando ci si innamora di qualcuno e si è ossessionati dal suo ricordo, è possibile spiegarlo intellettualmente? Quando si prova affetto per il proprio figlio, può questo affetto essere descritto intellettualmente? No. Secondo la nostra propria esperienza sappiamo che alcune cose possono essere spiegate logicamente ed intellettualmente ed altre no.
Anche nella vita spirituale, la sola cosa che può essere compresa razionalmente è lo sforzo che si fa per gestire la propria mente, la propria natura – questo è tutto. In questo modo, possiamo più o meno razionalizzare ad un livello intellettuale il processo dello yoga che riguarda la testa. “Facendo quest’asana, ottengo questo beneficio. Praticando questa meditazione pratyahara, posso aspettarmi i seguenti risultati. Perfezionando le mie tecniche di dharana posso aspettarmi i seguenti risultati. Attraverso la meditazione posso sperare di raggiungere un qualche grado di realizzazione e di comprensione.” Ma una volta che lo yoga comincia ad entrare in relazione con il cuore, cominciamo a sentire e non a comprendere. Una volta che cominciamo ad entrare in relazione con la capacità di agire, cominciamo ad agire e non a comprendere razionalmente od intellettualmente. L’espressione equilibrata ed armoniosa di intelletto, emozioni, efficienza ed azione è spiritualità. Questo è anche il sentiero del tantra, il sentiero dello yoga e il sentiero del Vedanta…… continua